Le piante adattogene sono meraviglie della natura che contribuiscono a rafforzare l’organismo eliminando lo stress. Scopri le otto migliori piante adattogene identificate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Dalla cordigliera delle Ande alle montagne del Tibet, passando per la pianura del Gange o le steppe della Siberia, l’uomo utilizza da millenni le piante per rinvigorirsi, affrontare meglio l’altitudine, lo stress o i disturbi ormonali. Queste piante riequilibrano l’organismo, rendendolo allo stesso tempo più forte e più rilassato.
Tuttavia, bisognerà attendere l’inizio degli anni ’40 perché lo scienziato russo Nikolai Lazarev, alla ricerca di espedienti per “potenziare” le capacità fisiche e cognitive dei soldati e degli operai dell’URSS, scopra i benefici della Schisandra chinensis e formalizzi il concetto di pianta adattogena (1).
Da queste prime scoperte, il concetto si è diffuso in tutto il mondo e gli studi si sono moltiplicati (in sessant’anni sono state condotte più di 1.000 ricerche). Dunque, la definizione oggi comunemente accettata è la seguente (2).
Una pianta adattogena:
Ecco un elenco delle otto migliori piante adattogene identificate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
La schisandra (Schisandra chinensis) è una lunga liana decidua legnosa particolarmente ruvida che vive nel sottobosco che viene utilizzata da millenni non solo in cucina, ma anche nella medicina tradizionale cinese.
Detta anche bacca dei cinque sapori (poiché i suoi frutti sono al tempo stesso salati, dolci, acidi, speziati e amari), ginseng indiano o frutto della vitalità, la schisandra veniva impiegata soprattutto come stimolante sessuale e della libido, nonché delle prestazioni fisiche e cognitive, contro l’insonnia e lo stress.
In breve: corrisponde perfettamente all’idea di pianta adattogena, e per una buona ragione: Nikolai Lazarev studiava proprio la schisandra quando formalizzò il concetto.
Tuttavia, si è dovuto attendere il 1951 per scoprire che i benefici adattogeni della Schisandra chinensis erano dovuti a un principio attivo specifico, la schisandrina e al suo derivato gamma-schisandrina, nonché a diversi lignani contenuti nella pianta (gomisina A, B, C, D, E, F).
I lignani, in particolare, fornirebbero una protezione dei tessuti contro lo stress ossidativo (soprattutto a livello di pelle, cervello, cuore, reni e fegato), rafforzando soprattutto le funzioni del glutatione (3).
Oltre alle proprietà adattogene, la Schisandra chinensis:
È per godere di queste numerose virtù che il frutto della vitalità viene utilizzato per realizzare degli integratori alimentari (come Schisandra Chinensis, standardizzato al 9% di schisandrina).
Pilastro della farmacopea tradizionale indiana, la Withania somnifera è una pianta robusta in grado di crescere anche nelle zone aride del Pakistan e dello Sri Lanka. In sanscrito, il suo nome significa “odore di cavallo” per le esalazioni delle sue radici.
Detta “foglia della guarigione” in Yemen, l’aswhaganda è inoltre una delle piante che più si meritano la qualifica di adattogena: veniva infatti utilizzata nella medicina ayurvedica come rimedio per numerose condizioni (insonnia, stress, artrite, ansia, disturbi respiratori, ecc.).
In seguito alla scoperta dei suoi principi attivi più importanti (withanolidi, acido aspartico, glicina, tirosina, alanina, prolina, triptofano, acido glutammico, cistina ecc., nonché numerosi flavonoidi), sono stati depositati diversi brevetti per utilizzare la pianta nel trattamento di alcuni disturbi mentali (4).
L’ashwaganada favorisce in particolare:
Ecco perché la Withania somnifera è annoverata tra gli integratori alimentari (come Super Ashwagandha).
Liana originaria dell’India, il pepe lungo (Piper longum), i cui semi minuscoli sono racchiusi in baccelli simili a quelli del nocciolo, è una pianta fondamentale della medicina ayurvedica.
Resistenza del corpo allo stress, disturbi respiratori, apparato digerente… il pepe lungo è utilizzato tradizionalmente in India per le sue numerose virtù.
Queste sarebbero dovute all’elevato tenore di piperina, un alcaloide che dona al Piper longum una nota leggermente piccante e agisce su varie funzioni dell’organismo (5).
Pianta regina della farmacopea tradizionale asiatica (cinese, coreana, indiana), il ginseng appartiene al genere botanico Panax, così definito in greco, che significa “rimedio a tutti i mali, panacea”. Le sue proprietà adattogene erano quindi note ben prima delle scoperte di Nikolai Lazarev.
Tuttavia, le ricerche recenti hanno permesso di scoprire che i principi attivi all’origine dei benefici del ginseng sono i ginsenosidi, i cui meccanismi d’azione non sono peraltro ancora stati dimostrati dagli scienziati (6).
Il ginseng contribuisce:
In breve: il ginseng è senza dubbio la pianta adattogena e l’integratore alimentare che non può mancare in nessuna casa (ad esempio, opta per Ginseng 30%, standardizzato al 30% di ginsenosidi).
Arbusto molto spinoso della famiglia degli eleagni, le cui bacche sono perlopiù commestibili e oggi molto utilizzate nei giardini boschivi, l’olivello spinoso (Hippophae rhamnoides) è diffuso nelle zone temperate di Europa e Asia.
I frutti dell’olivello spinoso – commestibili, aciduli, ricchi di vitamina C (cinque volte più del kiwi), A, E, F e P, flavonoidi e antociani, vengono consumati da almeno 1.200 anni in Europa, Cina e Russia come vermifugo, tonico, anti-infettivo, contro le ferite e in particolare le ustioni cutanee, ecc. (7)
L’olivello spinoso contribuisce:
È quindi una pianta le cui virtù si adattano alle esigenze dell’organismo, il che ne fa un valido integratore alimentare naturale (utilizza, ad esempio, Sea Buckthorn Extract, olio di olivello spinoso in softgel).
Cespuglio con bacche nere in grappoli particolarmente rustico, originario della Siberia e dell’Asia, l’eleuterococco è definito ginseng siberiano per le sue proprietà adattogene: era d’altronde utilizzato dagli sportivi dell’URSS, ma i suoi usi tradizionali risalgono a più di 4000 anni fa.
L’eleuteroside B, una siringina antiossidante e antimicrobica, sarebbe il suo principio attivo più potente. La pianta contribuisce in particolare a sostenere:
Pianta perenne della famiglia delle fabaceae (lenticchie, ceci, ecc.), l’astragalo è un piccolo legume originario della Cina nord-orientale, con fiori gialli a grappolo. Se ne contano più di 2.500 specie.
Per millenni, le radici dell’astragalo sono state utilizzate nella medicina tradizionale cinese per i suoi benefici immunostimolanti e antinfiammatori. È soprattutto la ricchezza di polisaccaridi, delle fibre che stimolano il sistema immunitario a livello intestinale, che sarebbe all’origine delle sue numerose virtù (9).
L’astragalo contribuisce:
Tanti benefici che rendono l’astragalo un integratore alimentare ideale per le sue proprietà adattogene (prendi ad esempio Astragalus Extract).
Radice artica, radice dorata, rodiola rosa: la Rhodiola rosea è una piccola succulenta della famiglia delle Crassulaceae, il cui nome si ispira al profumo di rosa che sprigiona dalle sue radici. Si trova principalmente in Siberia e in Scandinavia.
In queste regioni, da millenni le vengono attribuite numerose virtù riguardanti resistenza fisica, longevità, vigore sessuale, memoria, ecc. Tante caratteristiche che corrispondono perfettamente alla descrizione delle piante adattogene.
La rodiola è infatti ricca di rosavina e salidroside, due glicosidi che agirebbero a livello del sistema nervoso, ma presentano anche numerosi effetti bioattivi (10).
La rodiola contribuisce:
Come tutte le piante adattogene elencate dall’EFSA, la rodiola è un eccellente integratore alimentare (disponibile sotto forma di capsule standardizzate al 5% di rosavina e all'1,8% di salidroside nell’integratore Rhodiola rosea).
Per sfruttare al massimo i benefici di queste piante adattogene dalle proprietà riconosciute, puoi ovviamente optare per delle formule sinergiche che le combinano per potenziarne gli effetti:
Bibliografia
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